“Il club Montecristo” (Fabiano Massimi, Mondadori, 2021)
“Quando un fulmine ti colpisce la prima a andarsene è la parola”
“Il club Montecristo” di Fabiano Massimi, autore alla ribalta nel 2020 per il giallo storico “L’angelo di Monaco” (Longanesi), racconta la prima indagine degli ammutinati, un gruppo di ex galeotti che cercano la giustizia quando gli apparati preposti faticano a vederla.
L’indagine atipica riguarda l’uccisione di Viviana, giovane gallerista d’arte. I sospetti ruotano intorno a Danilo Sticchi, ex detenuto che per il commissario Cassini non può avere redenzione. A cercare di scagionare il sospettato interviene Lans, ex galeotto e pittore, che si rivolge all’amico Arno, esperto informatico per risolvere il caso insieme ai “colleghi” del club Montecristo.
“La letteratura mi ha salvato la vita, quando ero dentro. E da quando sono fuori, non ho avuto molta altra vita, a parte per la letteratura”
Con indiscussa abilità Fabiano Massimi con “Il club Montecristo” (Premio Tedeschi 2017) ci conduce lungo l’indagine ambientata a Mutina, asse principale della storia intorno al quale ruotano altri due pilastri secondo me interessanti e che caratterizzano questo romanzo: importanti questioni di attualità e il vissuto personale, presente e passato, dei personaggi.
Fra i temi principali del romanzo c’è sicuramente la questione del reinserimento nella vita quotidiana degli ex detenuti. Massimi con grande sensibilità e molteplicità di punti di vista ci propone questo tema inserito con naturalezza nel racconto. Ne sottolinea in particolare le difficoltà, i diffusi pregiudizi in merito, l’appropriazione di possibilità nuove e di metabolizzazione del passato. Sicuramente l’ambientazione nel mondo dell’arte è molto suggestiva e capace di dare al romanzo un respiro al contempo elegante, leggero e intrigante: la realtà delle cose che via, via emerge dalle indagini spesso va oltre la mera rappresentazione e comprensione di ciò che si vede. La realtà richiede osservazione, immersione oltre le apparenze perché sia compresa in modo profondo, proprio come quando ci si avvicina a un’opera artistica nel senso più profondamente “estetico”.
“Quando è stato? Quando è successo che il nostro matrimonio è passato dall’amore alla logistica?
Ciò che rende originale il romanzo di Massimi è indubbiamente le incursioni che offre al lettore nelle vite private dei personaggi: rapporti genitoriali, familiari, coniugali emergono conferendo all’opera qualcosa di vivo, vero, capace di andare oltre il genere e la risoluzione dell’indagine. Un esempio in questo senso è sicuramente il finale del libro: inatteso, convincente e emozionante.
Lo stile del libro è sicuramente vincente: una prosa asciutta, ritmata, scandita da una buona dose di humor. E’ un libro che coinvolge, fa riflettere e fa stare bene.
Da lettrice credo che i personaggi e l’idea de “Il club Montecristo” possano davvero svilupparsi e regalare ancora altre avventure ai lettori.
Note al margine: un certo punto ho percepito le note di Nyman, l’immenso compositore citato tra le pagine della storia e ho chiesto a Fabiano Massimi la play list che ha fatto da sottofondo alla composizione e revisione dell’opera. Col suo permesso la condivido, chissà cosa troveranno i lettori nel romanzo tra le musiche che facevano da sfondo alla scrittura. Buona lettura e buon ascolto!
Erika Pucci
@erykaluna
Colin Hay, Beautiful World
Colin Hay, Overkill
Sting and Eric Clapton, It’s Probably Me
Francesco De Gregori, Povero me
Paolo Conte, Fuga all’inglese
Yann Tiersen, Comptine d’un autre été: L’après midi
Michael Nyman, Time Lapse
Michael Nyman, Wheelbarrow Walk
Glen Hansard and Marketa Irglova, When Your Mind’s Made Up
Patty Pravo, A parte te
Claudio Baglioni, Mille giorni di te e di me
Michele Bravi, Il diario degli errori
Stadio, Un giorno mi dirai
Nek, Se telefonando
Raphael Gualazzi, L’estate di John Wayne
Bruce Springsteen, This Life
Coldplay, Talk
Coldplay, Swallowed In The Sea